I documenti immobiliari e la digitalizzazione

Si parla molto in questi giorni di digitalizzazione. Uno dei punti salienti del Next Generation Plan è proprio centrato su questa attività. È quasi impossibile definirne tutti i campi di applicazione.
La pubblica amministrazione, la giustizia, la rete di trasmissione e di deposito dei dati, l’energia che questa rete assorbirà, gli intermediari finanziari che, nel gestire e facilitare la finanza necessaria allo sviluppo dell’innovazione, genera a propria volta dati che devono essere necessariamente digitali, sono solo alcuni dei campi nei quali questo fenomeno avrà effetto.
Ma cosa hanno in comune tutti questi aspetti di un fenomeno che oggi si trova ad avere fondi e sostegno governativo?
I documenti.
Digitalizzare significa trasformare documenti ed eventi fisici in documenti ed eventi virtuali.
Facciamo l’esempio della giustizia amministrativa (che da avvocato urbanista mi è più vicina di altre, non meno importanti, branche del diritto).
In questo anno di pandemia, abbiamo fatto udienze in video conferenza, abbiamo notificato e depositato atti via PEC, sono state decise cause, sono state messe ordinanze e sentenze, senza che alcuno dei protagonisti prendesse un taxi, un autobus o una metropolitana per recarsi in Tribunale.
Tutta l’enorme massa di dati va a formare i cosiddetti “big data” ove, con il lavoro di risorse umane ed artificiali, i dati vengono accorpati, classificati, organizzati e, infine, venduti.
Un derivato della digitalizzazione diventa un prodotto di cui il mercato è ghiotto. Bene conoscono ciò coloro i quali, a fronte di una nostra ricerca in rete di un prodotto, ci propongono per mesi beni simili o complementari. Ciò però, vale per i dati recenti, attuali o per quelli futuri.
Tuttavia, il patrimonio gigantesco di dati di un passato meno prossimo, rimane giacente in scatoloni, in un magazzino o nei luoghi più inaccessibili degli uffici pubblici e privati. Eppure il passato non è indifferente per la nostra vita giuridica, patrimoniale e produttiva. Titoli, autorizzazioni, pareri, corrispondenza, istanze, provvedimenti, contratti, atti giudiziari, perizie e documenti immobiliari in generale giacciono in quegli archivi e inceppano le procedure e le transazioni. Una massa gigantesca di documenti che dovrebbero essere trasformati in file (con uno scanner) e analizzati, sintetizzati e conservati nell’attuale indirizzo elettronico.
Un processo oggi possibile mediante l’uso dell’intelligenza artificiale.
Ho contribuito a formare una start-up innovativa che opera sui documenti immobiliari. Per saperne di più visita il profilo di REDD (http://www.realestatedocumentsdata.com)
Ma il problema non si risolve definitivamente, se il dato e il suo indirizzo non divengono immodificabili e se ogni nuovo dato non crei automaticamente un link con il dato precedente nell’archivio generale. Da qui il necessario e imprescindibile uso della blockchain, che non deve portare alla produzione di una moneta digitale (molti infatti pensano che blockchain e Bitcoin siano più o meno la stessa cosa).
Non è così. Essa è applicata per garantire che l’indirizzo (nome del file o cartella), non venga cambiato e che tutti i dati che alterano le situazioni giuridiche dei soggetti o dell’oggetto rappresentati nel documento, vengano registrati e collegati al documento stesso.
Immaginiamo dunque un comune che intenda archiviare tutte le pratiche edilizie in digitale, le faccia leggere all’intelligenza artificiale che le archivia indicandone i dati più rilevanti, applichi un sistema di archiviazione che collega tutti i titoli e i documenti successivi a quelli precedenti – un accesso gli atti di fabbrica sarà così evaso in giornata, e i documenti saranno sempre aggiornati e immodificabili.
Fantasia? No. Un Comune del viterbese, ha infatti iniziato il processo di sperimentazione e sarà presto in condizione di valutare tempi e costi, per estendere il processo a tutto il proprio archivio, richiedendo tempestivamente i fondi governativi che saranno messi a disposizione.
Un altro esempio è quello di un intermediario finanziario che deve valutare 15.000 consulenze tecniche e documenti immobiliari, parte in digitale e parte in cartaceo, estrapolando poi informazioni vitali. Lo farà attraverso ORGANIZEREDD, un’applicazione di intelligenza artificiale della nostra start-up innovativa.

Avv. Riccardo Delli Santi

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